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Il tragico scenario delle epidemie pestilenziali, nella Milano sforzesca e spagnolesca, rinascimentale e barocca, vide giustapporsi e contrapporsi tra loro il "governo medico-politico" e il "governo ecclesiastico" della peste ricorrente. Articolato negli oltre cento anni (1524-1632) di una storia cruciale, il libro indaga il rapporto tra Stato e Chiesa, tra scienza medica e fede religiosa. Tale rapporto mutevole è personificato, emblematicamente, nelle figure dei medici Giovan Pietro Arluno, Ludovico Settata, Alessandro Tadino e dei cardinali Ippolito II d'Este, Carlo e Federico Borromeo. I diversi modi dello storico confronto offrono spunti e riflessioni d'attualità.